domenica 31 maggio 2015

STUCCHI

STRADA
92 x 111 cm.
tecnica mista


PRIMAVERA
81 x 92 cm.
tecnica mista

PROFONDITA'
81 x 92
tecnica mista


INCONTRI
56 x 65 cm.
tecnica mista


PACE
70 x 92 cm.
tecnica mista









29 05 15

sabato 25 aprile 2015

artistivì, la televendita, promo 30 secondi

Recensione critica di Federico Caloi




L’arte è comunicazione, un modo di proporre un linguaggio intellegibile che deve essere compreso dallo sguardo del fruitore. In questo senso, la grammatica delle opere della Pogutz, si pone con un codice che presenta regole chiare, coerenti, prive di grevi complicazioni intellettuali, eppure improntata verso la profondità dei significati.
Nel suo operare, l’artista vuole proporre un’estetica che unisca in un solo contesto il significato e il significante. Quello che vediamo è quello che l’opera rappresenta.  Il risultato formale ingloba il significato semantico e viceversa. Questo traguardo, così raro nell’arte -poiché oggi, troppo spesso, troviamo o solo il messaggio o solo la forma - appartiene alle sue opere con la leggerezza e la profondità che solo una felice alchimia può produrre, figlia di quei connubi a cui è meglio non chiedere da dove provengano.
Possiamo osservare questo percorso in tutti i lavori di quest’artista, quale che sia il materiale che ci sta proponendo. Nella serie cosiddetta dei “Graffi”, per esempio, l’artista usa strumenti antichi o fatti realizzare da lei, per produrre quel risultato per il quale il substrato multiforme di colori, che viene ricoperto da un monocromo di cere colorate, viene poi graffiato; da qui, peraltro, il titolo della collezione. In questo caso, la Pogutz non dipinge, ma “scopre” il colore che c’è sotto. E’ qui che avviene l’unione tra l’opera d’arte e il suo messaggio. Mentre assistiamo ad un effetto visivo affascinate, prodotto dal colore d’insieme delle tele e da colori accesi, a volte quasi fluo, che sottendono l’opera, proprio in quel mentre, percepiamo che le opere di Elena Pogutz, sono la rappresentazione di qualcosa che non è altro, non è un qualcos’altro, ma è una cosa sola nella sua rappresentazione. Le opere di quest'artista ci sussurrano di un sopra e di un sotto, che sono il nostro corpo e la nostra anima, ci mostrano quello che gli altri vedono di noi e ciò che invece sappiamo (o crediamo) di essere, ciò che siamo adesso e ciò che siamo stati. Elena Pogutz stessa, nell’invenzione della sua pittura, riferisce di voler alludere a memorie nascoste e mai cancellate, che emergono proprio attraverso quei graffi che disvelano i colori sottostanti.
Il risultato finale dell’arte della Pogutz, nella propria sostanza, è un estetica formale che avvince subito, per la sua capacità creativa, frutto di una attenta ricerca dei materiali e delle armonie, che ammanta le sue opere di una fascinazione eterea, soffusa, perchè trascende la materia attraverso lo spirito.

Federico Caloi